Tavole D'Artista
Una mostra tra Arte e Design
Uno spazio rimasto vuoto da qualche tempo mostra sempre le tracce di quel che c'è stato, di chi è passato di lì, di quanto è accaduto tra le sue pareti.
Proprio negli spazi vuoti di Palazzo Del Debbio, più conosciuto come ex Casa del Fascio, è allestita la mostra TAVOLE D'ARTISTA, lasciando intendere la possibilità che l'arte faccia di nuovo respirare questi locali così spaziosi e anche provocanti dal punto di vista creativo.
Dieci artisti accettano la sfida di ambientare le loro opere o di creare nuove installazioni site specific in questo luogo speciale, non predisposto, imprevisto, dove la luce che illumina le sale è solo quella del sole, dove certi segni rivelano il passaggio trascorso di persone e il tempo che passa.
Uno spazio imperfetto ma ideale, proprio per questo uno spazio ispiratore.
Questa mostra parla della Tavola, non per dare ulteriore risonanza alle questioni culinarie ma per trasformare una presenza così abituale e scontata nella nostra vita in momenti di condivisione, creatività e piacere estetico. La tavola diventa il modo per provocare nuove sensazioni, idee, emozioni.E i significati che avevamo interiorizzato cambiano, la tavola viene interpretata così soggettivamente da ogni artista che per chi osserva si trasforma in una sorpresa: una diversa dall'altra, tavole che non avremmo mai immaginato prima! Questo spazio speciale, riaperto al pubblico per l'occasione, diventa luogo di incontro e condivisione, di dibattito e riflessione, un nuovo modo per aprirsi al mondo e alle persone attraverso l'esperienza dell'arte.
PROGETTO
Associazione culturale Art@ltro APS
ARTISTI
Bertram Biersack Gian Paolo Bonesini Angela Casagrande Osvaldo Maffei
Rita Patti Luca Pratelli
Franziskus Schmid & Stephan Huslik Giampaolo Territo
Xixi Wang
CANTINA LA CURA
Collezione di Magnum d'artista a cura di Franco Profili
COORDINAMENTO
Costanza Soprana
PROGETTO GRAFICO
Xixi Wang
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia il proprietario Enrico Corsi per aver concesso i locali e sostenuto il progetto
Allestimento
Opening
Storia Palazzo del Debbio
Accanto al Palazzo dell'Abbondanza di via Ximenes a Massa Marittima (GR), cittadina famosa per l'antica fonte e altre emergenze architettoniche, da Piazza Garibaldi si può ammirare PALAZZO DEL DEBBIO (ex Casa del Fascio), eretto nel 1939 dall'architetto toscano Enrico Del Debbio (Carrara 1891 – Roma 1973) per volontà del regime fascista. "Inoltrarsi nella parabola artistica di Enrico del Debbio significa considerare lo sfondo storico nel quale essa si è svolta e consumata.
Pur avendo sempre agito con piena autonomia d'arte rispetto agli eventi nei quali si è trovato a operare, a partire dalla metà degli anni Venti la sua presenza attiva nelle maglie istituzionali, con cariche di prestigio e responsabilità tutt'altro che trascurabili, è un elemento da mettere in gioco nell'affrontare il suo ruolo nella cultura architettonica italiana.
Si tratta quindi di definire i confini entro i quali leggere il suo contributo individuale al rinnovamento dell'architettura italiana, rispetto alla sua volontà di rivendicare una qualità collettiva del lavoro professionale e di orientare le scelte per l'affermazione della modernità."
(1) Questo edificio è un esempio di architettura fascista del primo '900, emblema di quella temperie culturale che attribuiva all'arte una funzione sociale di costruzione identitaria nazionalista che, nel bene o nel male, segnerà l'età moderna soprattutto a Roma. Nello specifico le Case del Fascio, dette anche Case del Littorio, presenti nei centri urbani importanti, sono distribuite in modo più o meno regolare in vari Comuni d'Italia (alcuni anche nelle ex colonie) e sono un esempio peculiare di questo corso. Esse sono riconoscibili dalla struttura, che ha caratterizzato le sedi locali del Partito Nazionale Fascista dagli anni '30 e fino alla metà del secolo circa. Infatti, da quando il Comune di Bologna indisse nel 1932 un importante concorso nazionale, questi edifici cominciano a definirsi tipologicamente attraverso caratteristiche comuni, nonostante la diversità di importanti architetti che le realizzarono.
(2) La necessità di distinguere le Case de Fascio dagli altri edifici sociali quali la chiesa, il municipio, la scuola, imponeva delle caratteristiche ben precise che riguardavano l'uso specifico funzionale, il nazionalismo e la rappresentazione del potere istituzionale allora vigente, traccia del valore storico di un periodo determinante del ventesimo secolo, al netto delle ideologie sottostanti. La loro riconoscibilità, una certa sobrietà compositiva e la presenza di elementi retorici come la "torre Littoria" e gli arengari faranno da elemento caratterizzante, aggiungendosi ad altre peculiarità decorative come i fasci, le aquile imperiali e le statue in marmo, il tutto costruito con forme sobrie e materiali prevalentemente autarchici.
Se i maggiori esponenti dell'architettura italiana nel trentennio 1910-1940 erano Enrico Del Debbio e Marcello Piacentini (1881–1960), non mancarono esempi di fede razionalista alternativi alla normatività di allora, come ad esempio Adalberto Libera (1903–1963), Luigi Figini (1903–1984), Gino Pollini (1903–1991) e Giuseppe Terragni (1904-1943) con la sua celeberrima Casa de Fascio inaugurata a Como nel 1936. Finita la guerra, questi immobili furono devoluti allo Stato e in alcuni casi vennero deprivati dei simboli fascisti, anticipando quella che oggi viene definita "cancel culture", mentre altri sono giunti intatti fino ai giorni nostri.
Anche se l'opera è del '39 - mentre l'alta qualità della produzione artistica di Del Debbio raggiunse gli esiti più notevoli tra la metà degli anni Venti e la metà degli anni Trenta - fortunatamente questa significativa testimonianza di architettura si è salvata; ancor oggi si vede la maestria degli artigiani che hanno utilizzato il travertino locale per la facciata, allineando l'edificio alle proporzioni del palazzo limitrofo, nell'intento di inserirsi "armonicamente" e con stile impeccabile al contesto prettamente medievale di Massa Marittima, dando corpo a quel pensiero che declinava il concetto di innovazione in architettura più come "trasformazione" ché "rivoluzione".
NOTE Per la biografia, bibliografia e regesto delle opere dell'architetto Del Debbio si rimanda al catalogo della mostra di Maria Luisa Neri: ENRICO DEL DEBBIO ARCHITETTO, LA MISURA DELLA MODERNITA' 2006/7, promossa da DARC e MAXXI alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. (1) Maria Luisa Neri, ENRICO DEL DEBBIO, IDEA BOOKS, 2006. (2) Flavio Mangione, LE CASE DEL FASCIO in Italia e nelle terre d'Oltremare, ARCHIVI DI STATO, ROMA 2003.